L’ambiente siciliano per la sua varietà lo possiamo quasi definire un “universo”, passiamo infatti da zone collinari a zone montane con chiaro riferimento all’Etna. E’ evidente che se già esistono notevoli differenze fra un vigneto posto a 300 metri dal l.m. ed uno posto a 600 metri dal l.m., molte altre variabili influenzano il ciclo vegetativo della vite.
Tenendo conto di tutte le possibili variabili possiamo dire che in Sicilia la viticoltura è caratterizzata da un clima caldo-arido cioè con temperature elevate durante lo sviluppo della pianta e con carenza di precipitazioni nel periodo di Luglio e Agosto, in coincidenza con la maggiore richiesta d’acqua da parte della pianta.

I periodi di vendemmia impegnano un arco di tempo molto ampio poichè vanno da Luglio per i vini che daranno vita alla produzione degli spumanti. Tra Agosto e Settembre si procede alla raccolta delle uve in una buona parte della Sicilia anche con eccezionali vendemmie notturne atte a beneficiare della temperatura più mite della notte per salvaguardare i profumi del frutto. Infine abbiamo la vendemmia etnea definita “Piemontese” per il periodo che la vede protagonista cioè sino ad Ottobre inoltrato.

Andiamo ora alla scoperta di alcuni vini e vitigni siciliani apprezzati e riconosciuti.
Non possiamo non cominciare dal Marsala; celebre in tutto il mondo, vino potente con forti sensazioni speziate, dalla tipologia dolce al secco; il Marsala Oro “dopo due anni di invecchiamento” e il Masala Vergine o Soleras “dopo cinque anni di invecchiamento”.
Il Nero d’Avola diventato il vitigno siciliano più conosciuto, diffuso ormai in diverse zone dell’isola; merita la sua fama perchè nel vino che ne deriva risulta potente il sole, con gusto delicato che lo rendono piacevole al palato. Quando lo si beve assemblato con il Flappato nasce un’importante DOC denominato Cerasuolo di Vittoria. Questo vitigno conferisce quelle caratteristiche legate alla freschezza che ci garantisce profumi intensi e fruttati; ottime ed esteticamente apprezzabili risultano le varie tonalità di colore date dalle diverse fasi dell’evoluzione.
L’Inzolia come uva a bacca bianca, è un vino da gradevoli sentori di fiori gialli che richiamano ginestre e glicine e nelle versioni evolute piacevoli sensazioni di fieno giallo.
Caratteristiche ben diverse se ci spostiamo sull’Etna, fino a 1000 mestri, dove l’apporto del sole è compensato dalle escursioni termiche (giorno-notte), volendo generalizzare sul territorio etneo avremo mediamente un’acidità più elevata. Caricante, Catarratto e Minnella, vitigni a bacca bianca che in bocca si presentano dolcemente regalando nobiltà ad un vitigno che trova nell’evoluzione (l’acciaio) la sua espressione massima.
Come vitigni autoctoni troviamo: il Nerello Mascalese e Cappuccio a bacca rossa; tra le sue caratteristiche quello di avere tannini molto spiccati, il colore non risulta pieno e lucente, come per il Nero d’Avola, ma come similitudini possiamo paragonare questo vino ad altri vitigni come il Pinot Nero ed il Nebiolo.
Troviamo anche come protagonisti le Isle di Salina e di Pantelleria, con Malvasia e Moscato nelle versioni passito o naturale.
Nella Malvasia apprezziamo al naso note vegetali che ci portano nette sensazioni di eucalipto e piecevoli richiami alla frutta esotica.
Il Moscato è addirittura esplosivo nelle sensazioni fruttate di albicocca, ananas, fichi e miele si può definire come il prodotto dove il rapporto con il territorio si esprime fino all’eccellenza.

Cenni storici
Sull’Isola furono i coloni Greci a piantare le prime viti.
Le leggende narrano che Bacco (Dio Greco) abbia piantato la prima vite ai piedi dell’Etna e che l’uva che vi crebbe fu la prima ad essere raccolta e piggiata per trasformarla in vino.
Durante la lunga dominazione musulmana, il vino fu bandito, ma non la coltura dell’uva, che veniva fatta essiccare per trasformarla in uva passa, più nota in Italia, come uva sultana o sultanina, proprio in omaggio ai Sultani che allora governavano l’Isola.
Con la venuta dei Normanni, Svevi e Borboni, la produzione del vino riprese vigore e ragiunse il culminare alla fine dell’VIII secolo, con l’invenzione del Marsala che rese celebre, in tutto il mondo, la Sicilia e i suoi nobili vini.
I vini che si producono, nelle fertili terre alle pendici del vulcano, appartengono a vecchie tradizioni popolari, riconosciuti DOC nel lontano 1968 e vengono prodotti in quattro tipologie differenti: Catarratto Bianco Comune o Lucido, Catarratto Bianco Superiore, Nerello Mascalese , Nerello Mantellato detto anche Nerello Capuccio e Etna Rosato. Grazie a questi vini e ad altre produzioni, come: il Nero d’Avola, il Marsala, lo Zibibbo, il Cerasuolo di Vittoria; la Sicilia vanta il primato di regione d’Italia di maggiore produttrice di vino.